Racconti dell'orto botanico

E' finita.
Il quarantesimo giorno è passato, e con esso si compie il destino di questa rubrica.

In questi quaranta giorni non abbiamo parlato di ricette, principi nutritivi, ragioni etiche o di quali siano i migliori sostituti nutrizionali alla carne. Non ci siamo preoccupati dei costi del cambiamento e non abbiamo apprezzato le gioie del dimagrimento veg.

Abbiamo semplicemente raccontato una esperienza; uno spezzone di vita vissuta durante un particolare periodo di "purificazione" alimentare.

E come nelle migliori tradizioni, le storie come questa hanno una location, dei protagonisti, dei personaggi di contorno e altri di passaggio, fatti più o meno incredibili e, a volte, una morale.
La nostra storia si svolge in un piccolo orto botanico cittadino: piante e alberi di ogni tipo confinati tra tristi palazzoni del dopoguerra punteggiati da panni stesi e antiche mura medievali invase dalla florida vegetazione.
I due protagonisti, frequentatori accaniti di questo luogo incantato cercano di sopravvivere alle insidiose circostanze politico-finanziarie della loro epoca complicandosi la vita con scelte quali il chilometro zero e il consumo responsabile della carne. Al loro fianco alcuni fidati amici e come contesto personaggi degni del miglior Stefano Benni: il salassatore che viene dai Monti, il nano malefico multicentenario, il comico incompreso, la terra dei votanti incomprensibili, il papa stanco e il papa umile, il gatto vegano furioso ed infine il coniglio pasquale.
Le avventure forniteci da questo cast sono pressoché infinite; non parliamo di minuscole farfalle dal tornado facile, ma di personaggi capaci di modificare l'umore e il comportamento degli umani con un semplice monosillabo.

Ed i due eroi, che di questi provetti zeus sono succubi, dal basso del loro orticello si chiedono chi sia il sadico scrittore che si diverte a tessere l'intreccio di una storia tanto complicata e, per complicarsi ulteriormente la vita, decidono di rinunciare alla carne, che tanto su internet ci sono le ricette.

Il resto della storia lo sapete già: gli dei hanno parlato a vuoto, i mercati sono andati su e giù, le nostre ricette sono state inventate e preparate sul momento e la dieta la si fa in un altro modo.
Ma siamo contenti e possiamo raccontare che senza sgarro alcuno siamo riusciti a resistere per quaranta giorni ad oltre tre quarti del ricettario mediterraneo.

Fin.

E se ve lo state chiedendo, la nostra ultima cena veg è stata Gnocchi con pesto di noci e pistacchi seguita da una pita, inventata sul momento, fatta con la pasta degli gnocchi e ripiena di caciotta.

A domenica prossima...

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