Le Idi, San Patrizio e le mezze stagioni - 40DoV



Le idi di un marzo ventoso
A volte mi chiedo come certi detti siano diventati luoghi comuni. Il riso fa buon sangue (o era il vino?). Donne e buoi dei paesi tuoi (vallo a dire ad un indiano...) e la storia delle mezze stagioni... Cosa sono le "mezze stagioni"? e ci sono mai state queste graduali variazioni metereologiche di transizione da una stagione ad un'altra? Ve lo immaginate voi Cesare, che valutando i "presagi" dei giorni precedenti le Idi di Marzo si rivolge a Calpurnia e afferma: "non ci sono più le mezze stagioni, meglio coprirsi o, come ha detto l'indovino, mi verrà un colpo".

E in questi giorni non si sente che ripetere questo, in effetti. Dagli anziani alle fermate del bus, ai fruttivendoli nel "quadrilatero". Un eterogeneo coro lamenta l'assenza di certezze da parte del servizio metereologico.

Eppure ci sono decine di proverbi che sottolineano quanto Marzo sia bizzarro. Chi ci ha preceduto su questa terra ha trovato il tempo di descriverlo in tutti i modi valutandone poi tutti i possibili risvolti; Da quello che parla della potatura della vigna a quello che lo lega alla sorte di aprile o di maggio;  ma quello che sicuramente più si addice al presente (e che probabilmente più interessa all'homo smartphones) è sicuramente "Marzo pazzerello, esci col sole, prendi l'ombrello". Anche perché senza ombrello, gli schermi tattili hanno ben poco utilizzo.


Tutto ciò per dire che il tempo in questi giorni è particolarmente folle.
Al mattino vieni svegliato da un raggio di sole e, tempo di una doccia, un diluvio inperversa fuori dalla finestra.

E di questo ne risente soprattutto l'umore: chissà, Bruto potrebbe essere stato un metereopatico. Si spiegherebbero molte cose.

Noi che di metereopatia fortunatamente non siamo affetti anziché scannarci abbiamo pensato a che piatto dedicare alla fine del "dictator": il piatto più famoso della cucina italiana (a parte la pizza), ovvero quello con "a pummarola 'ncoppa".
Semplice (ritorna spesso nei nostri post...), buono (...anche questo...) e che mi lascia pochi piatti da lavare (...questo conta moltissimo!!!).
E anche Cesare è andato.

Postumi di una band forfaittaria
Liberi dalla dittatura, si può pensare al futuro, alla primavera che incalza (con i già citati temporali-bastardi-che-mi-fanno-tornare-a-casa-fradicio), all'imminente festa di San Patrizio e alle serate fuori.
Quelle serate passate ai giardini, magari ad un concerto, ad ascoltare gente che si sbatte per creare qualcosa e si impegna al massimo sul palco per ogni singolo spettatore presente.
Ci sono delle volte, invece, in cui le band sono li solo per la "gloria": non credono veramente in quello che fanno ma è difficile scoprirli. Nascondono bene il loro vero interesse, fino a quando non si comportano come dei veri str**zi e decidono di lasciare il locale perché alle 9 non vedono arrivare la gente che speravano.
Parlo di personaggi di basso calibro, che si spacciano per band Death-Core e si portano i genitori al concerto, capaci di mandare a quel paese un intero concerto perché con loro si portano via tutta la back-line, (l'attrezzatura base che di solito porta il gruppo del posto) lasciando i restanti gruppi, provenienti da minimo 200 km di distanza, con molte gatte da pelare.
Sono storie tristi ma vere, che anche questa volta hanno ispirato un piatto. Ai tirchi di turno le trofie col pesto. Con la speranza di non condividere più il palco con loro.

Il quadrifoglio sulla pinta
Ed eccoci a domenica, il nostro giorno preferito. È San Patrizio, e a noi che abbiamo un parente nella verde Irlanda piace festeggiare questa ricorrenza.
Siamo partiti con una colazione a base di Bagel dolci e torta di mele. L'insistenza della pioggia di questi giorni ha reso verde anche la nostra zona e per immedesimarci meglio abbiamo optato per una passeggiata per uno dei parchi più grandi della zona. Quindi, completamente infangati, siamo tornati a casa e abbiamo preparato il pranzo: calzoni con feta e pomodoro.
Certo, non tutto può uscire perfettamente e come si vede nell'immagine sopra, ci possono essere incidenti di percorso...con relativo spargimento di ripieno.
Ma eccoci al vero e proprio festeggiamento. Entra la pinta.
la tanto amata Guinness, dal colore rosso rubino quasi impenetrabile alla luce: ha egregiamente accompagnato crostini a base di pomodori secchi e freschi con feta, olive nere piccanti, tagliere di feta e scamorza e infine omelette con formaggio.
Il resto è nebbia...

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