Incipit di primavera e strade di città

Oggi finalmente l'ho sentita. Sempre lei, sempre uguale; stesse emozioni e stessi pensieri.
Quando arriva la primavera, o presunta tale, arriva puntuale: sono li che passeggio per il centro, o pedalo per le strade e parte in testa, come fosse un disco sincronizzato al meteo. Una canzone cantata con forte accento nipponico, che parla del diventare grandi e dell'abbandonare la propria città.
Quando parte la primavera è li, a pochi passi, non sbaglia mai. Può anche nevicare, come dice il meteo dei prossimi giorni, ma sarà di passaggio, ci scommetto. Questo periodo sta per finire.
E con lui finirà questa esperienza dei 40 Days of Veg. Siamo al 32° giorno e tra poco più di una settimana potremo ritornare al nostro consumo responsabile della carne.
Intanto abbiamo scoperto i luoghi dove è impossibile "scegliere" qualcosa di vegetariano, ovvero dove se sei fortunato c'è un solo piatto adatto, e quelli dove si fanno in quattro per portarti qualcosa di buono e privo di carne.
E' vero che fino all'altro giorno non mi era mai capitato di spendere 65 € a coppia per un pasto completo a base di verdure, ma sono esperienze che vanno fatte, se no che gusto c'è?
Ma torniamo a dove ci siamo lasciati l'ultima volta:
19 marzo, il martedì in cui ho tirato la cinghia... di distribuzione; Essa è una di quelle cose fondamentali per il funzionamento di una macchina di cui pochi sono a conoscenza finchè non ci abbandona. In quell'esatto momento, ovvero quando vi diranno che si è rotta, verrete informati dell'esistenza anche di valvole, albero a cammes, e una sorta di cielo del cilindro, da cui vorrete tirare giù tutto il tirabile.
Data la situazione emotiva in cui versavo la chef ha approntato una coccola di tutto rispetto: la pasta al forno.
Zucchine lessate buttate con il formaggio nel tegame in cui sono stati scolati i conchiglioni. Risultato: croccante e gustoso e con l'aggiunta di noci è veramente di prima.
Rimane il danno al motore...
ecco

Dopo quella pasta si sono susseguite due influenze, un bruttissimo preventivo, una cena vegetariana (buona ma) salata ed alcune pizza. Fino ad oggi: seconda giornata di influenza.
Data la limitazione motoria/salutare della sua bella, il vostro è stato chiamato a preparare il pranzo e data la scarsità di mezzi, e la mancanza di fantasia, ha fatto incetta di pomodori, radicchio, mozzarella, uova e formaggi per tirar fuori crostini alle uova-misto-formaggio (in realtà creazione della bella ammalata) e insalata di quel che resta dalla lista. E dato che non si smette mai di imparare, ho scoperto che le uova strapazzate vanno sbattute nel piatto e non nella pentola... e col formaggio sono ancora più buone.
Visti i livelli raggiunti a mezzodì, appare logico che la cena andava rivista al rialzo. E noi non siamo certo tipi che si accontentano della bistecca di seitan o dell'arrosto di tofu. Qui ci vuole qualcosa di realizzabile da zero: solo materie prime, gas metano e un po di sana forza elettromotrice!
Farina, acqua, lievito, noci, peperoni freschi, zucchine fresche e radicchio (residuo del pranzo). Al gas ci ha pensato Hera, la dea delle utenze bolognesi.
Voi che ci avreste fatto con questi ingredienti?
Io probabilmente avrei preparato un'altra insalata mista, salvaguardando la farina per le tarme del cibo e relegando il lievito al cassetto sfigato del frigo. Ma la nostra chef no. Lei prima impasta farina, acqua e lievito nella sua planetaria, poi ci litiga, per distendere un po la situazione. Infine assembla il risultato di sminuzzamento e grigliatura (si dirà poi così?) del resto degli ingredienti per preparare la pizza.
Già. Il nostro 64° piatto è di nuovo la pizza. Ma questa è quella fatta da noi (lei). Questa da soddisfazione.

Ed è come piace a noi.

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